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Qualche giorno fa abbiamo letto
la notizia, sulle pagine del Corriere della sera, dell'analisi predisposta da un team di ingegneri del Politecnico di Milano che permettere il ritorno al lavoro dei genitori attraverso istituti vicini a casa, orari diversi, distanziamenti, che, come spiega piega il rettore del “Politecnico”, Ferruccio Resta, "Ovviamente si tratterebbe di una scuola diversa da quella che conosciamo, in termini di orari, turni, composizione delle classi",
l'articolata analisi di Annamaria Palmieri, assessore alla scuola e all’istruzione del comune di Napoli sul come affrontare, indicando gli ambiti di riflessione e di azione tempestiva la riapertura delle scuole a settembre.
La riflessione di Elisa Ripamonti, lecchese, docente di scuola primaria, che proponiamo di accostare a questi elementi muove da una considerazione di fondo accompagnata ad un interrogativo "Ora la scuola ha reagito, le attività sono in corso ma occorre guardare avanti, guardare oltre; quest’anno a scuola non si rientrerà ma a settembre come dovrà essere la scuola, quale l’attività formativa?". Da qui si possono definire tracce di ragionamenti, urgenti e necessari, sul ruolo e sulla funzione docente.
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