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Dall’emergenza può emergere un nuovo sentimento educativo

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"Che la scuola debba ripartire, da quella per i più piccoli a quella per i più grandi, è una certezza, un sentire diffuso, il desiderio di tutti. Questa è la premessa per ogni ragionamento. Se fino a qualche settimana fa dei bambini e dei ragazzi si è parlato poco, oggi, anche grazie alle richieste portate da genitori, famiglie, educatori e insegnanti, il loro futuro, a cominciare da quello prossimo, è nei pensieri di molti, e finalmente appare esplicitamente anche nelle agende politiche. Non è abbastanza, ma non è neppure una premessa da poco, perché è il segnale di un possibile cambiamento di paradigma, il richiamo alla messa al centro di una priorità che nel nostro Paese non è sempre scontata. Dall'emergenza, dunque, può emergere un nuovo sentimento educativo, che va innanzitutto assunto e poi maneggiato con cura."

Da questo suggerimento che Monica Guerra (docente di Pedagogia generale e sociale dell'Università di Milano-Bicocca) propone dalle pagine de "Il Sole 24 ore" (13 maggio 2020) si può (deve) ri-partire perché "L'educazione non si è mai fermata, eppure deve ancora ripartire e per questo, una volta di più, o forse una volta per tutte, occorre metterla in cima ad ogni agenda e farne una priorità, di

pensieri e di investimenti. "

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