La tecnologia, la didattica a distanza, i social media, le “diavolerie
informatiche” come le avrebbe chiamate Adriano Olivetti, non sono tutto e, nonostante, ci si sia concentrati, in maniera tempestiva e continuativa, su di essi, non possiamo, e non dobbiamo, perdere di vista che questi sono pur sempre strumenti (alcuni) e metodologie e non possono sostituirsi, in alcun modo, alla piacevolezza e alla efficacia, non già della didattica in presenza (anche), quanto piuttosto all’azione della didattica che è tempo e spazio, contemporaneamente.
Sì, proprio tempo e spazio nella scuola digitale. Il materializzarsi dell’azione
educativa nella poliedrica estensione del tempo e dello spazio: quasi un
paradosso nella scuola DaD che, invece, tende ad azzerare, talvolta,
compromettendo definitivamente, il valore di queste due categorie.
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