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Dispersione scolastica, trasformare i ragazzi in agenti del cambiamento: il ruolo del digitale

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Daniela Di Donato, docente di italiano (Liceo scientifico), PhD in Psicologia sociale, dello sviluppo e della Ricerca educativa presso Sapienza Università di Roma, esperta di metodologie didattiche, inclusione e uso delle tecnologie digitali a scuola con un suo contributo (pubblicato il 09 febbraio 2023 su agendadigitale.eu) ci aiuta a muoverci nella dimensione della "dispersione scolastica" prendendo consapevolezza dei dati che definiscono la povertà educativa:

Nell’ultima analisi della povertà educativa pubblicata a settembre 2022 da Save the Children si analizzano i dati più recenti sull’incremento dell’incidenza della povertà assoluta tra i minori: è passata dal 13,5% del 2020, al 14,2% del 2021 (pari a 1.382.000 bambini), dopo una relativa diminuzione nel 2019. Nel 2021 il tasso di uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione si è attestato al 12,7%, ancora lontano dal traguardo fissato dal Consiglio dell’Ue nel 2021 del 9% entro il 2030. Su questo fronte solo Spagna e Romania fanno peggio di noi in Europa. Nei risultati nelle prove Invalsi alla fine della scuola secondaria di primo grado la percentuale di studentesse e studenti, che non raggiungono i traguardi del primo ciclo di istruzione in relazione alla lettura e comprensione del testo scritto è passata dal 34% del 2018 al 39% del 2022. In matematica, sempre nello stesso periodo, tale quota è passata dal 39% al 44%. Inoltre, tra il 2019 e il 2022, la percentuale di studenti che arrivano al diploma di scuola secondaria di II grado senza le competenze minime necessarie per entrare nel mondo del lavoro e dell’Università è passata dal 7,5% al 9,7%. Nonostante ci sia stato un lieve miglioramento nell’ultimo anno, siamo ancora lontani dai livelli pre-Covid 19. La dispersione implicita è davvero preoccupante anche perché invisibile: quelle ragazze e quei ragazzi magari a scuola ci vengono regolarmente, fanno i compiti, non manifestano disagi espliciti, anzi forse sono anche tranquilli, innocui, trasparenti. Sembrano esserci, ma non ci sono e non ce ne accorgiamo. Due aspetti, quello della povertà economica ed educativa, sono strettamente correlati: i minori che provengono da famiglie svantaggiate dal punto di vista socioeconomico sono quelli che hanno registrato negli ultimi anni i livelli di apprendimento più bassi, quindi anche coloro maggiormente a rischio di dispersione scolastica. La scuola dovrebbe rappresentare un argine alla crescita delle disuguaglianze, garantendo a tutti i minori le opportunità di apprendere, sperimentare, sviluppare e far fiorire liberamente capacità, talenti e aspirazioni. Lo sta facendo? Se non lo sta facendo, che cosa intenderebbe promuovere in termini di progettualità, innovazione sistemica e investimento di risorse professionali?

Per Daniela Di Donato è importante insegnare a pensare, a comunicare in modo preciso e creativo con la nostra lingua madre e con altre lingue, apprendere i linguaggi di tutte le discipline per acquisire e comunicare informazioni è una emergenza educativa. Il digitale può trasformare gli studenti in agenti di un cambiamento che la Scuola deve saper gestire.


Leggi l'articolo per approfondire come le tecnologie possono accendere nuove possibilità di apprendimento.


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