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Intelligenza artificiale sì o no? L’UE è intervenuta sull’argomento con un proprio regolamento, mentre l’UNESCO vede opportunità e rischi. Intanto, la realtà è che l’intelligenza artificiale è già entrata nella nostra vita e in alcuni istituti viene utilizzata anche all’interno di progetti scolastici. su orizzontescuola.it il 17 gennaio 23 Anselmo Penna ci riportava l'esperienza dell'Istituto Tecnico Agrario Pellegrini di Sassari. Un istituto con 130 anni di storia e 30 ettari di terreno per orti, frutteti e allevamenti, che sta per installare un nuovo impianto di coltura idroponica per la produzione di ortaggi direttamente in acqua. Il progetto prevede l’utilizzo di serre-laboratorio all’avanguardia e ipertecnologiche, che utilizzeranno tecniche di fertirrigazione, gestione digitale delle produzioni e monitoraggio delle colture. Il progetto si basa sull’Internet of Things (IoT) per la raccolta e l’elaborazione dei dati, e sarà alimentato da un impianto fotovoltaico esistente, contribuendo così alla sostenibilità ambientale. Il progetto è stato finanziato con 130mila euro dal ministero e si inserisce in un percorso avviato otto anni fa con la Fondazione ITS Filiera Agroalimentare della Sardegna e la Rete Lab Smart Rurality, con l’obiettivo di potenziare le competenze degli studenti nella green economy.
La domanda vera da porsi, quindi, non è se far entrare l’intelligenza artificiale nella nostra vita, e quindi nell’istruzione, oppure no, bensì (come al solito in campo educativo) la domanda corretta è: come?
L’intelligenza artificiale (AI), secondo l’UNESCO, ha il potenziale per affrontare alcune delle maggiori sfide dell’istruzione odierna e innovare le pratiche di insegnamento e apprendimento. Tuttavia, riconosce che i rapidi sviluppi tecnologici comportano anche rischi e sfide. L’organizzazione, pertanto, ha pubblicamente detto che si impegnerà a sostenere gli Stati membri nell’utilizzo delle tecnologie di IA per raggiungere l’Agenda Educazione 2030, garantendo, però, al contempo che l’applicazione dell’IA nell’educazione sia guidata dai principi di inclusione ed equità.
Obiettivo è, quindi, promuovere un approccio all’IA incentrato sull’uomo, garantendo che tutti possano trarre beneficio dalla rivoluzione tecnologica e accedere all’innovazione e alla conoscenza. Inoltre, l’UNESCO ha sviluppato una pubblicazione per promuovere la prontezza dei responsabili delle politiche educative nell’IA. Si tratta di un e-book dal titolo “Artificial Intelligence and Education: Guidance for Policy-makers”, che sarà sicuramente di interesse per i professionisti delle comunità politiche e dell’istruzione e mira a generare una comprensione condivisa delle opportunità e delle sfide dell’IA per l’istruzione e delle sue implicazioni
L’Unesco non è l’unica organizzazione che ha affrontato la questione. La Commissione Europea ha recentemente pubblicato delle linee guida etiche sull’uso dell’intelligenza artificiale (AI) e dei dati per gli insegnanti. Queste linee guida affrontano come l’IA viene utilizzata nelle scuole per supportare gli insegnanti e gli studenti nell’apprendimento e nelle attività amministrative. Le linee guida fanno parte del piano d’azione per l’istruzione digitale 2021-2027 e sono state create da un gruppo di esperti della Commissione composto da professionisti del mondo dell’istruzione, dell’accademia, del settore privato e delle organizzazioni internazionali. L’obiettivo è quello di garantire che l’uso dell’IA e dei dati in ambito educativo sia sicuro e protettivo per i giovani, e di promuovere una comprensione critica ed etica dell’utilizzo dell’IA nell’istruzione.
Per il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, in un intervento su La Repubblica, (17 gen 2023) l’intelligenza artificiale “ha il potenziale per rivoluzionare la società e di conseguenza la scuola”. App come ChatGPT (*) , se introdotte con ragionevole cautela e all’interno di un protocollo di regole, possono offrire vantaggi sia agli studenti che ai docenti: “Può essere impiegata per aiutare gli insegnanti a personalizzare l’apprendimento, ad adattare i contenuti in base alle attitudini individuali degli studenti, a monitorare i loro progressi e a fornire informazioni su come migliorare il loro rendimento“, ma, sottolinea che “L’educazione richiede un dialogo diretto, presuppone la sua umanizzazione proprio perché si incentra sulla persona. L’intelligenza artificiale non può dunque soppiantare l’insegnante né marginalizzarne il ruolo, che è decisivo in tutti i gradi di scuola, in particolare nella primaria”. Pertanto “è rilevante che i mezzi informatici oggi a disposizione di docenti e discenti, come smartphone e tablet, siano utilizzati per finalità didattiche sotto la guida dell’insegnante, così da assicurare che gli studenti siano in grado di trarre il massimo vantaggio dalle risorse tecnologiche a loro disposizione”.
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(*) ChatGPT è un software totalmente gratuito, la cui prima versione ufficiale è stata rilasciata lo scorso 30 novembre. La chatbot sviluppata dal laboratorio di ricerca Open AI, organizzazione fondata da Elon Musk e Sam Altman, è in grado di generare testi, presi da internet e dal suo infinito database. La sua tecnologia risulta essere così efficace che Microsoft vorrebbe integrarla nel suo pacchetto Office.
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