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La parola “smart” va maneggiata con cura

Immagine del redattore: direttoredirettore

Foto di Junjira Konsang da Pixabay

Nell'inserto Alley Oop de "ilSole24 ore" Riccarda Zezza suggerisce "insospettirci ogni volta che viene messo l’aggettivo “smart” davanti a un termine di uso comune" e sottolinea che "non esiste una formula smart, e aggiungere l'aggettivo smart a un concetto non basta per traghettarlo dal vecchio al nuovo"

Effettivamente abbiamo vissuto in questi ultimi due/tre mesi l’illusione di essere passati ad una dimensione lavorativa diversa ma, soprattutto nella scuola, si è trattato nella quasi generalità dei casi di un “effetto collaterale” dell’obbligo di distanziamento sociale.


Annotiamoci osservazioni e considerazioni perché "smart" è una parola da maneggiare sempre con cura!


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