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Usiamo la tecnologia per essere più attenti, più coinvolti, per raggiungere chi non sentiamo da tempo.
Solo questo ci può rendere invincibili contro l’anemia digitale e così quando l’emergenza sanitaria sarà terminata e la scuola a mezzobusto solo un ricordo, ci scopriremo di nuovo interi e finalmente più integri.
Mirta Michilli, direttore generale della Fondazione Mondo Digitale, sulle pagine di agendadigitale.it del 26 ottobre 2020 ci parla di "anemia digitale" e di un'esperienza formativa rivolta a 500 studenti coinvolti nel progetto "Fattore J", un progetto per educare 100.000 giovani a sviluppare intelligenza emotiva, rispetto ed empatia verso le persone affette da patologie.
La direttrice della Fondazione Mondo Digitale è certa che si può imparare, anche in questo far scuola a distanza, a vincere l'anemia digitale. Come? "Trasformiamo i nostri dispositivi elettronici in sensori diffusi, per renderci più attenti, più vigili, più sensibili, comunità aperte e coinvolgenti. Scopriamoci interconnessi, nutriamo le relazioni, pensiamoci e sentiamoci pensati. Pratichiamo la “simpatria”, la capacità di vivere in contatto nonostante le differenze."
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