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La scuola allena all'empatia verso i più fragili

Immagine del redattore: direttoredirettore

Foto di John Hain da Pixabay

Usiamo la tecnologia per essere più attenti, più coinvolti, per raggiungere chi non sentiamo da tempo.

Solo questo ci può rendere invincibili contro l’anemia digitale e così quando l’emergenza sanitaria sarà terminata e la scuola a mezzobusto solo un ricordo, ci scopriremo di nuovo interi e finalmente più integri.

Mirta Michilli, direttore generale della Fondazione Mondo Digitale, sulle pagine di agendadigitale.it del 26 ottobre 2020 ci parla di "anemia digitale" e di un'esperienza formativa rivolta a 500 studenti coinvolti nel progetto "Fattore J", un progetto per educare 100.000 giovani a sviluppare intelligenza emotiva, rispetto ed empatia verso le persone affette da patologie.

La direttrice della Fondazione Mondo Digitale è certa che si può imparare, anche in questo far scuola a distanza, a vincere l'anemia digitale. Come? "Trasformiamo i nostri dispositivi elettronici in sensori diffusi, per renderci più attenti, più vigili, più sensibili, comunità aperte e coinvolgenti. Scopriamoci interconnessi, nutriamo le relazioni, pensiamoci e sentiamoci pensati. Pratichiamo la “simpatria”, la capacità di vivere in contatto nonostante le differenze."


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