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La piazza virtuale è ricca di racconti su come si sta vivendo in questi tanti giorni di distanziamento sociale e di confinamento. Ansie, preoccupazioni e speranze si rincorrono e si amplificano. Gli insegnanti, provati dalla chiusura delle scuole e dal lavoro della didattica a distanza, hanno consegnato i loro pensieri, ora come messaggi in bottiglia al mare dei social, ora come parole di sentimenti e di sensazioni che sussurrano da balconi virtuali o consegnano con email a colleghi ed amici.
Offriamo, tra le tante, due suggestioni:
"A scuola si sta tutti insieme, nel bene o nel male. Certi momenti non torneranno più.", è il post del blog de "Il Fatto quotidiano" postato il 13 maggio 2020 da Valentina Petri, professoressa di italiano, blogger e autrice di "Portami il Diario";
"Quanto ci manca un abbraccio (anche a scuola)?": una riflessione (quasi un post-it), pervenuto alla nostra redazione, che sottolinea l'importanza che in un rapporto interpersonale hanno quei piccoli gesti quotidiani che sono segni di qualcosa di più grande, di un "prendiamoci cura, reciprocamente".
Grazie a questo loro dire e scrivere, diventa facile riscoprire la portata vera e profonda, del quel richiamo pacato ma sicuro della volpe de "Il piccolo principe" di Antoine de Saint Exupèry, perché ci dice nuovamente che insegnare è imparare e far scoprire che
“L'essenziale è invisibile agli occhi”, (...) “È il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante.”
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