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"Tra la scuola-caserma, capace solo di riprodurre se stessa nell’insensatezza di un tempo monotono, irrigidito da ruoli sempre uguali, e la scuola-labirinto, in cui mutano in continuazione le prospettive e i punti di vista, invitando tutti i suoi abitanti a un’incessante ricerca, si apre un’ampia gamma di sperimentazioni possibili. Nel valutare con la massima attenzione le possibilità aperte dal recovery fund, che dovranno necessariamente essere dedicati al miglioramento delle nostre scuole e del nostro sistema di istruzione, abbiamo bisogno di aperture mentali, responsabilità sociali e una tensione collettiva capace di immaginare e progettare spazi in grado di stimolare l’intelligenza e le curiosità di bambine e bambini, ragazze e ragazzi."
Così chiudeva il suo articolo Franco Lorenzoni (insegnante) pubblicato su internazionale.it del 4 agosto 2020 convinto che "La qualità della didattica nasce da ampie visioni e piccoli particolari, altrettanto importanti."
Rimane un quesito importante cui è urgente dare risposta. Bastano “sedute attrezzate di tipo innovativo”, con piccoli piani ribaltabili adatti a reggere tablet o portatili piuttosto che quaderni e libri per cambiare e/o rinnovare la didattica?
Rispondere seriamente (oltre la fascinazione pubblicitaria) fa concretamente il futuro della scuola utilizzando al meglio le risorse disponibili:
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