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Ci aspetta una nuova scuola da settembre 2020? Le indicazioni che il comitato tecnico del Miur, presieduto dal prof Bianchi, ha dato alla ministra Azzolina per la riapertura della scuola a settembre hanno un’impostazione da programma a lungo termine.
Per il momento non c’è nessun piano organico e nessuna linea di indirizzo. Il Presidente del Consiglio in risposta alla domanda posta da una giornalista del Tg3 nella conferenza stampa del 3 giugno in merito alla ripresa della scuola ha affermato “A settembre si tornerà alla didattica in presenza. Nel decreto sulla scuola è stato introdotto un importante emendamento che consentirà ai sindaci di realizzare interventi di edilizia scolastica; ci sono le risorse finanziarie.”
Il Presidente Conte si riferiva all’emendamento "Misure urgenti per interventi di riqualificazione dell'edilizia scolastica" approvato in commissione istruzione del Senato, che consente ai sindaci di appaltare i lavori di edilizia scolastica in deroga al codice degli appalti.
Nei mesi di luglio e agosto si potrà (forse) migliorare lo stato delle aule, ma questo non basterà perché mancano aule e personale per rispondere alle necessita!
Dal canto suo la ministra in un’intervista rilasciata a “La Repubblica” il 3 giugno ha ribadito “Tutti insieme contribuiremo a trovare le risposte perché parliamo di misure che riguardano 30 milioni di italiani.” e alla domanda su come possono gli enti locali aiutare ha affermato che gli stessi possono mettere “a disposizione sale comunali, orti botanici, parchi, teatri, cinema. Faremo degli accordi con loro e col terzo settore per fare in modo che la scuola riparta aprendosi al territorio. Quando non sarà possibile il distanziamento, porteremo gli studenti fuori. In altri Paesi europei già si fa.”
Insomma si prevedono misure, che non considerano mai la variabile “tempo meteorologico”, cui va aggiunta una didattica diversa, semplificata e puntata sull’essenziale, con piccoli gruppi in presenza, rimodulazione dell’unità oraria di lezione, uso creativo dell’autonomia scolastica e, se proprio ci sarà necessità, ancora didattica a distanza. L’organizzazione e la didattica dovranno garantire un ridotto rischio di contagio, prevedendo anche migliaia di assunzioni in deroga (a tempo determinato) per il prossimo anno scolastico, in particolare per la scuola dell’infanzia e primaria dove forme miste (didattica in presenza e on line) non funzionano. Sarà, in ogni caso, una didattica che richiederà un’adeguata formazione dei docenti per la parte online (da farsi giocoforza in estate?) perché non ci dovrà più essere differenza fra scuola e scuola, nella didattica a distanza e nell’uso della tecnologia. Tutti i docenti dovranno essere preparati perché a chi crede (o non lo ha ancora capito) che terminata l’emergenza Coronavirus, si tornerà alla scuola di prima, si sbaglia, “avremo una scuola nuova, quella che prospetta la task force, per la quale servono docenti nuovi e una organizzazione più flessibile”
Dopo l’approvazione del Decreto scuola, su cui il Governo ha posto la fiducia, saranno necessari diversi provvedimenti attuativi per permettere, ai diversi Uffici scolastici regionali, a seguito di intese con le singole regioni e sulla base delle situazioni epidemiologiche certificate dalle stesse, l’adozione di misure di adattamento, anche con differenze tra province, del calendario scolastico, del monte ore complessivo da assolvere (fino a un meno 20%, e dunque 40 ore in meno), dell’orario scolastico e della durata delle lezioni, che potranno arrivare fino a 40 minuti, per una diversa articolazione e composizione di classi o sezioni.
Altra questione da considerare, su cui sarà necessario un intervento normativo, è quella della responsabilità penale e civile dei dirigenti scolastici (equiparati ai datori di lavoro) in caso di errore nell’attuazione delle linee guida e dei protocolli ministeriali sulla sicurezza con l’ipotesi di punibilità, in sede di eventuale commissione di illeciti, esclusivamente per il dolo e la colpa grave.
Per il momento non c’è ancora niente di sicuro per il prossimo anno!
Nel frattempo, però
le feste di fine anno si fanno a distanza utilizzando diversi canali e piattaforme on-line (anche se qualche insegnante ha fatto notizia per promosso rendez vous al parco, con gli alunni debitamente distanziati e immortalati nella foto ricordo di fine anno)
alcune sigle sindacali organizzano presidi “No day dad”
le organizzazioni sindacali rappresentative del personale scolastico hanno dichiarato sciopero per l’ultimo giorno di lezione
portali dedicati (skuola.net) dà conto dell’esito dei questionari somministrati tra gli studenti da cui emerge un quadro abbastanza disastroso … sulla presenza del sapone nei bagni degli istituti scolastici (!),
i dirigenti scolastici protestano perché con le risorse messe a disposizione (38 mila euro in media per istituto) non sarà possibile riaprire a settembre,
i genitori di alunni con disabilità continuano nella denuncia del pericoloso distanziamento sociale di cui hanno fatto esperienza insieme ai propri figli
il personale precario reclama la promessa e assicurata stabilizzazione,
… gli esami conclusivi del 1° ciclo si fanno on-line e quelli di maturità saranno in presenza anche se per il momento si fa fatica a trovare i presidenti di commissione (!)
Nello stesso tempo
restano le domande “Si potrà tornare a scuola a settembre?” Si riuscirà a predisporre tutte quelle misure di sicurezza necessarie?” che tutti, a partire dai genitori, dai docenti e dagli stessi studenti, si stanno ponendo,
restano i tanti i dubbi, soprattutto quelli legati al livello di attenzione per gli aspetti igienico-sanitari che, negli ultimi mesi, abbiamo scoperto essere di fondamentale importanza nel contrasto al coronavirus
resta il rischio di programmare una scuola “non democratica” che non sarà una scuola “per tutti, a misura di ognuno”
… e tanto altro ancora resta in sospeso!
Rimettere in moto un sistema che coinvolge oltre gli alunni e i loro genitori, il personale scolastico, il personale dei servizi di trasporto, delle mense, l’organizzazione e i tempi di lavoro di tutti, della città, dei servizi, … tutta la collettività è interessata e coinvolta.
Una collettività seduta oggi, 4 giugno, al tavolo di lavoro a Palazzo Chigi.
Il premier Conte, la ministra Azzolina, ministri vari, rappresentante degli enti locali, rappresentante delle famiglie, degli studenti, rappresentanti delle scuole paritarie, delle organizzazioni sindacali, delle associazioni disabili, dovranno stabilire -insieme- linee guida e regole per la ripresa e la riapertura, in sicurezza, delle scuole a settembre: qualcuno avrà la bacchetta magica?
(esseci)
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Documento per la ripresa della vita scolastica (Accademia della Crusca)
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